La Porta, La Strega, Il Desiderio

Scricchiola lenta
La porta socchiusa
Sguscia all’interno
Ammantata di odio
Nel suo vello d’argento
La splendida strega
Dagli occhi dorati
Ascolta e sospira
Si muove ferina
Con ritmo suadente
Assapora assetata
Della sua vittima
Il succo di un fremito
Accoglie orgogliosa
il respiro morente
Distorce in un gemito
Il desiderio assassino

E non so più chi sono

Non ce la faccio
Non ci riesco
Mi cerco disperata
Eppure non mi trovo
Inutile nascondermi
Sotto mentite spoglie
Sono coltri di velluto
Ricche di strati sfavillanti
Che mi sembran fatiscenti
E non c’è scampo
Nessuna alternativa
A questo scempio
Un oceano di tempo
Mi separa dalla disfatta
Ho paura a continuare
Questo penoso tentativo
Di rimanere a galla
La mia dipartita
Forse è già scritta
O forse l’ho solo abbozzata
Ma in fondo ci ho provato
Con tutte le mie forze
Ogni fibra del mio corpo
Proteso fino a massima tensione
Peccato che davvero
Io non posso essere
Quella che non sono

Abbandono

Silente si nasconde
Il desiderio latente
Poi di colpo si ridesta
E mi trafigge il cuore
Ardente dilania la carne
Furtivo decide di andarsene
E abbandona questo involucro
Sopra a un letto sfatto
Fugge al calar della notte
E io lo osservo inerme
Il mio costato sventrato
Respiro con affanno
Piango lentamente
In questa agonia perpetua
Volevo gridargli il mio rimpianto
Esortarlo a non abbandonare
Chi a lungo ha nutrito
Ogni suo appetito infausto
Volto lo sguardo piano
Prima di perdere ogni senso
Tutto intorno si fa buio
Mi chiedo ora dove vada
A chi chieda rifugio
E semmai un giorno
Farà di nuovo ritorno
Se si insinuerà ancora dentro
Come un soffio violento
Che improvviso arriva da lontano

Riflessione #4: è così che devono andare le cose? Ovvero come E. sta seriamente pensando di uccidere MTA.

E.: “Sono seria MTA, sono dannatamente seria: questa volta
si torna in carreggiata, NON c’è più TEMPO! Tu non puoi più esistere,
mi hai fatto sprecare solo giorni e settimane preziose, ora
mi ritrovo con le spalle al muro…”

MTA: “Tu hai avuto bisogno di me, io ti ho fatto VIVERE, finalmente,
dopo 30 anni della tua patetica e inutile esistenza
votata ad ottenere lodi e inutili pezzi di carta, IO..”

“Come OSI?!? Tu che mi parli di VITA? Come credi di essere potuta esistere, TU?
Senza la MIA patetica esistenza tu non avresti nemmeno potuto
permetterti una matita! Altro che trucchi griffati, vestiti alla moda,
cocktail costosi, cd patinati, uscite al cinema, concerti ad ogni stagione, cene e aperitivi,
feste a tema, pastelli di marca e libri per artisti in erba! Insomma TI RENDI CONTO
del tenore di vita che ti sei concessa???
Di cosa ti saresti nutrita TU SENZA IL MIO PATETICO STIPENDIO???”

“Ah è di questo che si tratta, eh? Di soldi! Ti stai cagando sotto però, eh
adesso che il tuo patetico e miserrimo stipendio inizia a vacillare!?!
Però! E pensare che di lodi ne hai beccate ben dieci nella tua carriera universitaria! Poverina, ti aspettavi di più vero, dopo dodici anni dedicati tenacemente al tuo sacro altare del lavoro, eh?
Ragazza IO ti ho dato leggerezza! Cazzo se ti ho donato ardore, se hai finalmente goduto…”

“ZITTA! Sai solo essere volgare e sboccata! Quanto mi dai sui nervi!!!
Stai in silenzio per una buona volta e ascoltami, maledizione!”

“Io ti ho fatto palpitare il cuore, IO ti ho fatto rischiare, amare, odiare,
io ti ho fatto vacillare, ti ho portato sul baratro,
ma ti ho fatto battere il cuore più di quanto non ti fosse mai successo!”

“Falsa! Sei una bugiarda! Questo non è assolutamente vero! Che ne sai tu
dei miei più profondi sentimenti!?! Tu hai MESCOLATO SENTIMENTI
CON LA FANTASIA! Era pura immaginazione! Era solo una patetica illusione!
Una finestra in cui rifugiarsi, in cui saltare, per staccare un po’ la spina, niente di più!
Avevo il controllo, il perfetto controllo della situazione!”

“Ah ah ah ah ah! Certo come no, infatti si è visto il risultato!
IO ti ho sciolto un sacco di nodi che ti portavi dentro da ANNI!
Io mi sono divertita, ti ho fatto giocare con il fuoco e finalmente ho nutrito la tua fantasia,
tu bramavi e volevi qualcosa del genere! Perché la tua mente è CONTORTA Emanuela, e lo resterà per sempre, che tu lo voglia o no!”

“Sciacquati la bocca prima di citare il mio nome!”

“Wow inizi pure a temermi adesso? Non credevo di avere questa presa su di te,
non fino a questo punto…”

“Sono stanca, basta discutere, IO non ne voglio più sapere di te
e delle tue stupide ed egoistiche farneticazioni…io ho da lavorare…
e non dovrei più sprecare nemmeno un minuto con te…volevo solo…”

“Che c’è, i tuoi pilastri iniziano a vacillare di nuovo? Ti senti mancare di equilibrio?
Il tuo, mia cara, è sempre stato un equilibrio PRECARIO, che io ho saputo
sapientemente SCARDINARE, e lo sai perché? Semplicemente perché NE AVEVI BISOGNO!”

“Ah si? Ma a quale PREZZO? Eh?”

“Mpf, sempre a parlare di prezzi, di pesi e di piatti della bilancia…
Non sei cambiata affatto dal tuo diploma eh? Eppure prima riuscivi ad essere più conciliante..
con la tua natura emotiva, con ME: IO ti ho rimesso in mano la matita!”

“Frena quella linguaccia, senza i miei bilanci e le mie attente operazioni
per risparmiare quattro soldi, quella matita non sarebbe mai potuta esistere!
Anzi non sarebbe DOVUTA esistere lo stesso!”

“Grazie a me TU hai imparato a RESPIRARE ARIA NUOVA!
Hai respirato salsedine, hai inspirato l’aria frizzante dei due mila per poi al ritorno
assaporare una fragrante fetta di torta casareccia…e per finire ci siamo pure bevute un grappino!”

“SMETTILA, BASTA! Tu mi hai DISTRATTA!
Dai miei doveri! Dalla mia natura diligente!”

“Hai rotto le balle con ‘sta storia della natura diligente,
dell’impegno, del lavoro,e SMOLLATI Cristo Santo!
La tua natura io te l’ho finalmente mostrata, ed è golosa per definizione!
Grazie a ME tu hai messo pepe all’amore e a tutto ciò che esso comporta!
Tu hai IMPARATO DI NUOVO che cosa significa il sacrificio della conquista amorosa!”

“Non bestemmiare! Che cosa credi, io amavo benissimo anche prima di te, io..”

“IO Ti ho mostrato nuovi lidi e nuovi orizzonti del piacere! Ti ho aperto quel cervello chiuso
sulle tue cazzo di seghe mentali di ricerca! IO ti ho dato FASCINO e potere di seduzione!”

“Oddio! Il tuo egocentrismo è smisurato! Ma chi ti credi di essere?”

“IO ti ho mostrato dieci dee della bellezza, io ti ho dato il brivido di cui avevi bisogno,
senza tutto quello che ti ho mostrato e ti ho donato, credi davvero sarebbe andata meglio?

Perché sei così TESTARDA da non capire che ne avevi uno stramaledetto bisogno?!?”

“Parlare con te è inutile, non sei capace di ascoltare veramente ciò che dico,
fai solo finta di saperlo fare, così come mi fai sprecare tempo nel tentativo di SCRIVERE.
Ah già, e il blog? Non parliamone, per piacere, mi vergogno davvero…”

Non mi toccare il blog! Ormai esisto quasi solo qui!
Hai già iniziato a negarmi l’ossigeno togliendomi il disegno,
lo shopping sfrenato, le bevute del venerdì sera, cosa altro vuoi da me?
IL SANGUE?!?”

“Se mi fosse d’aiuto TI TOGLIEREI PURE QUELLO!
Mi hai fatto sprecare ogni stramaledetto weekend in nome di che cosa?
Ogni sera da quando sei così preponderante mi dedico agli hobby o allo svago,
quando invece dovrei solo STUDIARE!
Tu mi hai completamente messa all’angolo per l’ebbrezza di un momento,
la gioia fugace dell’oblio! E adesso… e adesso io..”

La verità è che non sai nemmeno tu CHE COSA VUOI VERAMENTE!
Ma certo, tieniti pure la tua posizione acquisita,
cerca pure di giungere un’altra INUTILE ED INSENSATA VETTA!
Togliti ogni furore, ogni piacere della vita, rinnega la tua natura…”

“TACI! ZITTA! Anche ora, perfino ADESSO riesci a farmi sprecare il mio tempo!
Basta, mi sta venendo mal di testa…”

“Ecco, si, brava. Visto che non hai più l’ombra di un argomento valido,
ritirati pure nel tuo squallido scudo fatto di pigiama infantile e tisana della sera.
Io mi insinuerò lo stesso, subdolamente, nei tuoi sogni e nei tuoi desideri più nascosti,
ti sussurrerò all’orecchio come sedurre improvvisamente il tuo uomo
e quando nessuno potrà controllarti, lassù nella tua dimensione onirica, io sarò di nuovo pronta
ad aprirti a nuove avventure di voluttuosa lussuria.
E qui, per ora, visto che tu già dormi, vinco IO.”

“Questo lo dici tu. Staremo a vedere.”

Riflessione #2: La tormenta del dubbio. Ovvero come l’attesa annienta me stessa.

Ci risiamo. Il nodo è sempre quello, sempre lì da sciogliere.
Continua la discussione/riflessione tra me e me stessa e mi scuso con i miei lettori, che ne usciranno probabilmente annoiati, ma ho bisogno di questa terapia del ‘nero su bianco’.

Sono decisamente stufa, stanca, delusa e disillusa. Ho creduto così tanto e fermamente di costruirmi il giusto cammino e di averlo intrapreso con così tanta tenacia e costanza da essere imbattibile ed instancabile…e ora, a più di metà di questa strada mi rendo conto di aver lasciato importanti pezzi di me un po’ sparsi ovunque.

La prima metà di me (che da qui innanzi chiamerò E) incolpa me stessa: ‘hai perso troppo tempo’, ‘dovevi fare di più quando ne avevi l’opportunità’ ‘non avresti dovuto perderti dietro a hobby e sport e sei stata troppo via in viaggio di nozze, proprio tu che al massimo massimo ti sei fatta cinquegiorniquattronotti al mare una volta ad agosto’ eccetera eccetera eccetera. E giù a fustigare e incolpare. Come se non mi fossi abbastanza rovinata la vita per lo studio ed il lavoro, come se non avessi investito energie e denaro per uscire da questo circolo vizioso ed omicida del stacanovismo ad oltranza (leggasi tipo Nux Vomica) (che poi chissà se l’omeopatia si basa sulla teoria statistica degli stereotipi).

L’altra metà di me (che da qui in avanti chiamerò MTA) oggi quasi mi pigliava con sé e mi portava via, lontano. In quella bottiglia vuota a farmi cullare in un mare di dolci e succulente fantasie. E maledizione se ci è riuscita! Maledizione perché è piacere e dolore insieme, un po’ come solo certi orgasmi sanno regalare. Piacere perché mi sono stupita di quanto sia riuscita a staccarmi dalla realtà e a concedermi un paio d’ore di totale, completo, inebriante ed appagante relax. Dolore perché…domani dovrò recuperare, e non per senso del dovere puro, ma perché non v’è alternativa se non il fallimento.

FALLIMENTO.

Ho il terrore di questa parola. Eppure sono qua, il venerdì sera, alle ventidue e trenta (che sono diventate quasi 23 e 20), che mi arrabatto cercando in maniera disperata e ridicola – a metà appunto – di lavorare. A metà, perché MTA è invece totalmente assorta ed impegnata  a vagare con la mente, con questo blog e con mille e più gustose e succulente prelibatezze mentali. Mi sento ancora troppo giovane per arrendermi alla vita di miseria-stringi-cinghia-che-non-si-arriva-a-fine-mese che sto affrontando invece tutto d’uno colpo, tutto d’un botto da un po’ di mesi a questa parte. Ora e adesso io voglio GODERE. Della vita, della notte, dell’amore, della mia giovinezza finché c’è, della trasgressione della notte e del sesso, del brivido eccitante che solo quella lieve ebrezza mi sa regalare e che mi disinibisce, chiudendo la prima metà di me stessa fuori dal buco della serratura. Voglio ascoltare quel fremito che parte dal basso ventre e si irradia a tutto il mio corpo, teso, come sulle spine ad aspettare di assaggiare di nuovo i frutti calorosi della primavera. Voglio ancora sognare con la mente perversa e “sbagliata” (sarebbe più corretto dire invertita) che mi ritrovo, dolci e morbidi seni su cui dipingere a forti pennellate l’ardore dell’incanto che solo io so quanto forte posso sentire, di fronte alla bellezza e all’estetica perfetta di un corpo femmineo. Tutto questo finché la notte non cala le sue palpebre sulle mie, stanche e offuscate dall’eccessiva esposizione agli schermi lcd, alla carta stampata e a qualunque altra diavoleria con cui E ha a che fare tutto il giorno.

RISVEGLIO MATTUTINO.

E poi inesorabile arriva il mattino, che non è più carico di vivaci speranze e curiosità, ma si porta addosso ancora l’olezzo della fatica del giorno precedente, la pesantezza derivante dall’avere ancora un ricco conto da saldare. E è sgomenta, perché al mattino MTA l’ha abbandonata completamente, se ne è andata, ha riaperto la serratura e l’ha lasciata di nuovo sola: c’è solo rimorso e rammarico e rabbia. Svaniscono le dolci immaginazioni, scompare l’audacia e la spavalderia, si fanno largo la sfiducia, l’abattimento, il senso totale di impotenza, ed enorme, il senso di colpa per l’avventatezza della scelta passata.

Il filo si è rotto, ormai lo so. Che si tratti dell’incedere senso di colpa che avanza infelice a passo felpato verso i meandri della mia subcoscienza o che si tratti piuttosto dell’insoddisfazione, continua e perpetrata (qualunque sia la mia scelta lavorativa). Come E, so che qualcosa è inesorabilmente perduto e non si recupera più, si può solo cercare di accelerare il passo, limitare i danni, assorbire i colpi inferti dall’esterno, cercare di non soccombere. E attendere.

ATTENDERE.

Mi tocca attendere nel dubbio dell’incertezza, priva di qualsivoglia proposta alternativa: non resta che aspettare tempi migliori diversi in cui, forse, accadrà anche che sarà E di nuovo a prendere il sopravvento e saprà risollevarsi dalla situazione, mentre il dubbio che mi attanaglia (vedere riflessione #1) si fa via via sempre più gigante.

Faccio outing: Emanuela incontra Manutheartist

Ho deciso, faccio outing.
Ormai questo alter ego ha bisogno di tornare a vivere entro i confini di me stessa. La vera me. Quella che su questo blog non ci avrebbe mai dovuto stare, e che di fatto, finora, non c’è mai stata.

La vera me stessa che per tanti anni ha represso l’altra. Con evidenti sconquassamenti e stordimenti emotivi, sentimentali e fisici.

La vera me stessa che mi parla in modo razionale, che ascolta in silenzio e che non aggredisce, la me stessa che con prepotenza si impone sugli altri forte delle sue ragioni, ma che sta male e piange. Soffre ed espelle lacrime se ce n’è bisogno.
Non sempre però, questa me stessa mi piace.

E allora la edulcoro un po’. Fatemi ancora sognare. Fatemi ancora immaginare di non essermi di nuovo riunificata, non ancora del tutto.

Emanuela esiste, ed esiste ancora Manutheartist.

Emanuela sono io, io che sto per sposarmi, io che ho da poco più di un mese compiuto 31 anni, io che sto per terminare il secondo anno di Dottorato in Informatica, io che ho lavorato come web designer per tanto tempo, io che pulisco i pavimenti e che preparo il riso basmati lesso perché sono sempre a dieta. Io che ormai mi nutro e non mangio, io che ho perso 21 kg in un anno e mezzo e che sono sempre stata grassa. Io che sono sempre stata quella secchiona, che studia sempre tanto, che non sbaglia mai un colpo e che ottiene sempre tutto ciò che vuole.

Mica vero però.

Quella Emanuela è quella parte di me che ultimamente mi piaceva di meno. Ed è quella parte che per un po’ ha avuto la necessità di mettersi in stand-by. In pausa. Da tutto. Dalle responsabilità, dai doveri.

Emanuela è Manutheartist.

Manutheartist è Emanuela.

Manutheartist è sensuale, intraprendente, violenta, melanconica, bisessuale, oltraggiosa, arrogante, sensibile, interpretabile e sfacciata. A volte è consapevole altre un po’ meno, di divertirsi a giocare un po’ con i fili rossi del destino, e con la sua fervida immaginazione. Manutheartist espelle da se con i toni forti delle stagioni i suoi malcontenti, i suoi vizi i suoi capricci.
Manutheartist è volgare e si ingozza e si rimpinza di sesso, di letture hard, di caipi madera nel suo locale preferito, gioca a fare la stronza, e la stupidina, bacia in bocca le amiche e le piace ammettere di cavarsela piuttosto bene a letto.

Emanuela è credente, canta in un coro, studia, lavora instancabile davanti al suo portatile anche 12 ore di file, corregge esami, valuta progetti, scrive per riviste – o almeno ci prova – e tutto questo per quattro soldi. Emanuela fa la spesa nei centri commerciali nel weekend e le piace fare di tanto in tanto colazione in pasticceria in centro. Emanuela si emoziona per un canto alla Madonna, così come per un bel film per famiglie. Emanuela va a camminare e assapora il vento delle dolomiti friulane, odia il mare ma gli piace il tramonto sull’Adriatico. Emanuela mangia gelato di riso e beve raramente. Si concede un caffè al gingseng dopo il pranzo al sacco che si porta in ufficio per risparmiare e non ingrassare di un grammo.

Evidentemente queste due sono in palese conflitto.

Evidentemente il loro incontro è stato finora uno scontro, e non sempre ha lasciato indenne chi ci è passato a fianco.

è tempo che Manutheartist si riconcili con Emanuela
è tempo che Manutheartist smetta di vivere nel passato ma si proietti nel futuro
è tempo che Emanuela accolga Manutheartist
è tempo che Emanuela la smetta di pretendere sempre la perfezione su tutto
è tempo che le mie due anime si mescolino per dare forma ad una nuova, sostanzialmente uguale ma dissimile, me stessa

è tempo di dare ragione alla vita e non alla morte
è tempo di sognare e amare e gioire e non spezzare armi
Grazie Manutheartist per esserti scoperta dopo tanti anni.
Grazie Emanuela per aver chinato il capo finalmente a qualcuno, e aver deciso di trovare un dolce compromesso che sono sicura, per una volta è riuscito.
Emanuela incontra Manutheartist

Questa sono io, per davvero. Ma un po’ edulcorata dalla patina dell’autoritratto.
Non c’è filtro alcuno se non quello della fotocamera digitale prima, e del mio occhio e della mia mano poi.

Una nuova me è nata: imparerò a conoscerti e a lasciarmi guidare SENZA PAURA.

Una nuova forza, una nuova consapevolezza, e su tutti un ringraziamento al blog stesso: sei stato terapeutico.