Distanti come due alberi
Coperti dalla neve
Le loro fronde lontane
Non si sfiorano più
L’inverno copre tutto
Sogni, speranze e ogni illusione ferita
disillusione
Nulla è cambiato – tutto è cambiato
Inutile scontro
Tra lacrime e sangue
C’è solo l’amaro premio
Di consolazione
Concepito nell’inganno
Al buio della stanza
Nell’ombra del riflesso
Si staglia in solitudine
La bella sedia in pelle
Cigola girando su stessa
Reclama il proprietario
Concepito nell’inganno
Dove sei? Rispondi..
E dal soffitto, nevica paura
Il Gelo
Soffia gelido
Il vento che pulisce
Toglie ogni spina
Dal cuore deviato
Mostra insesorabile
La verità agghiacciante
Status quo
È tra spuntoni di ghiaccio
Che mio malgrado mi ritrovo
A muovermi con fatica
Costretta dalla stupida paura
Di assaporare nuova vita
Come una colla
Pensavo di essere fuori
Dal vortice dorato
Delle facili illusioni
Ma c’è ancora un filo
Peggiore di una colla
Che forte mi appiccica
Alle pareti del destino
Ed è ancora notte buia
Aveva sciolto appena
Un guscio bello forte
Guardando in superficie
Riluceva la speranza
Ma è morta ancora dentro
Prima di vedere la luce
Orfana
Cade anche l’ultima foglia
Scricchiola fragile vittima
Morta innocente lungo il cammino
In questo ciclico divenire
Di strade lungamente percorse
Non sono più forte di ieri
So solo che mi tocca andare
Anche se oggi comprendo
Che dei miei sogni più lontani
Non sono che una triste orfana
E non so più chi sono
Non ce la faccio
Non ci riesco
Mi cerco disperata
Eppure non mi trovo
Inutile nascondermi
Sotto mentite spoglie
Sono coltri di velluto
Ricche di strati sfavillanti
Che mi sembran fatiscenti
E non c’è scampo
Nessuna alternativa
A questo scempio
Un oceano di tempo
Mi separa dalla disfatta
Ho paura a continuare
Questo penoso tentativo
Di rimanere a galla
La mia dipartita
Forse è già scritta
O forse l’ho solo abbozzata
Ma in fondo ci ho provato
Con tutte le mie forze
Ogni fibra del mio corpo
Proteso fino a massima tensione
Peccato che davvero
Io non posso essere
Quella che non sono
Abbandono
Silente si nasconde
Il desiderio latente
Poi di colpo si ridesta
E mi trafigge il cuore
Ardente dilania la carne
Furtivo decide di andarsene
E abbandona questo involucro
Sopra a un letto sfatto
Fugge al calar della notte
E io lo osservo inerme
Il mio costato sventrato
Respiro con affanno
Piango lentamente
In questa agonia perpetua
Volevo gridargli il mio rimpianto
Esortarlo a non abbandonare
Chi a lungo ha nutrito
Ogni suo appetito infausto
Volto lo sguardo piano
Prima di perdere ogni senso
Tutto intorno si fa buio
Mi chiedo ora dove vada
A chi chieda rifugio
E semmai un giorno
Farà di nuovo ritorno
Se si insinuerà ancora dentro
Come un soffio violento
Che improvviso arriva da lontano
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