Cosa leggo, vedo, ascolto

Inauguro con oggi, un lunedì di metà giugno, con il caldo infernale che non mi ha lasciato dormire la notte, questa sezione che va un po’ fuori dalla riga principale del blog (proprio perché io adoro tracciare righe, ma non per questo mi piace incasellarmici dentro).

Sono una persona che ha fin troppi interessi e passioni tra loro anche diametralmente opposte, ed è sempre difficilissimo per me rispondere a quelle domande tipo ‘qual è il tuo libro preferito?’ ‘qual è la tua canzone preferita?’ ‘qual è il posto in cui preferiresti andare in vacanza?’
Ma come si fa a rispondere quando la molteplicità di soluzioni è per me così ricca e varia? Quasi infinita? Come faccio a dirti un libro se no ho letti tanti (magari non tantissimi) e me ne piacciono a pari merito almeno una decina? Come faccio a dirti la mia canzone preferita in assoluto?

Ecco che allora ho deciso, o almeno ci provo, che alcune di queste passioni e preferenze e suggestioni, le voglio provare a condividere qui, per il semplice piacere della condivisione. Non mi interessa cementificarmi in una sezione per blogger acculturati, letterati, fan di qualche gruppo musicale o meno. Più che altro mi piacerebbe lasciare una traccia scritta, così che non si cancelli, di quelle forte emozioni che ciascuno di questi elementi, ha lasciato nel mio cuore, nel mio animo e nella mia mente.

Ho letto tanto nella mia vita. Ho letto direi per un 65% per motivi di studio (che è poi il mio lavoro e di cui in questa sede, come già dico nel mio about, non ne parlo) per il restante 45% ho letto per diletto, per passione, per sete di conoscenza (cosa diversa dallo studio), per necessità di leggerezza, per divagazione e svago, per immedesimazione in un mondo antico e lontano o futuribile e impossibile.

Ho visto tanto in questi ultimi 10, 12 anni. Prima, ero troppo concentrata a vedere i libri di scuola e ho visto troppo poco, o meglio, ho visto posti meravigliosi che però il cuore filtrava dai sentimenti agitati e convulsi del momento adolescenziale che ho vissuto sempre in maniera negativa. Negli anni ho imparato a concentrarmi di più su ciò che vedevo in quel momento, ad assaporare i momenti e a viverli. Ho visto mostre, ho visto quadri, ho visto paesaggi, ho visto film, ho visto esposizioni, ho visto rassegne, ho visto tramonti, ho visto albe (decisamente poche, ma alcune sì, le ho viste) ho visto eventi, ho visto viandanti, ho visto escursionisti, ho visto picchi innevati a metà agosto, ho visto sguardi. Gli sguardi li lascio alla MTA che scrive in pseudo versi nelle sue pseudo poesie. Ho visto concerti, ma soprattutto gli ho ascoltati.

Appunto, forse, più di tutto, ho ascoltato. Fin da piccola sono stata circondata dalla musica (mio papà è un fisarmonicista di tutto rispetto) e negli anni, anche se ho evoluto i miei gusti musicali – forse a volte fin troppo settoriali – passando dall’R&B per la musica dance anni ’90 al metal in molte delle sue sfumature (e qui mi sono fermata ormai dal 2000), ho sempre fatto della musica parte integrante della mia vita, della mia quotidianità. Ascolto musica in macchina, mentre cammino, mentre cucino, mentre stiro, mentre studicchio, mentre disegno, mentre aspetto che il sonno mi colga, mentre lavoro, e a volte, mentre si fa l’amore. Ho ascoltato tutti i tipi di concerti possibili: il grande mega concerto del gruppo internazionale con 40.000 persone, il concerto della cover band in birreria, il concerto strumentale del gruppo intellettuale mentre si sorseggia un calice di vino, il concerto dell’artista pop al mare, sono volata fino ad Amsterdam per ascoltare il concerto evento della mia band preferita con tanto di coro e orchestra ed essere là in prima fila, ho ascoltato il concertino in chiesa di un quartetto d’archi, ho ascoltato i miei amici cantare con il sing star alle festicciole in casa di capodanno o durante le pasquette fredde come novembre, ho ascoltato il concerto in un parco vicino ai tendoni della sagra mentre addentavo la grigliata, ho ascoltato cori polifonici specializzati in musica corale del 500 e del 600, ho ascoltato la mia voce e quella del coro di cui faccio parte inneggiare a Maria e dover trattenere le lacrime tanto era alto il mio coinvolgimento e l’emozione.
Ho ascoltato però anche tanti amici e amiche, il loro pianto, la loro gioia, i loro sentimenti e le loro paure, le loro invettive e le loro miserie, le loro invidie e le loro lodi. Ho imparato ad ascoltare le persone. Ho imparato ad ascoltare il capo, mio marito, i miei pari, i miei subordinati (che brutta parola, ma non voglio dire di più). Non ho ancora imparato ad ascoltare i miei genitori, non completamente, almeno! E infine, ho imparato ad ascoltare il silenzio assoluto.

Insomma ho letto e leggo, ho visto e vedo, ho ascoltato e ascolto (in questo preciso istante sto per avviare Spotify, ma in realtà sto ascoltando il rumore di sottofondo del climatizzatore dell’ufficio). E so che avrò ancora molto da leggere, da vedere e da ascoltare.

Da oggi quindi, raccoglierò parte di quel che leggo, vedo e ascolto. Ciò che mi impressiona di più, che mi arricchisce, mi stupisce o mi delude.
Perché ci sono pezzi troppo preziosi di vita che si lasciano sfuggire e la mia memoria consumata giorno dopo giorno, tende a disperdere quei pezzi troppo in fretta.

Buona lettura 🙂

Lascia un commento